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In questi tre saggi, raccolti in volume dall'autore, il filosofo marxista György Lukács (1885-1971) ci ha lasciato la sua interpretazione di Thomas Mann, da lui considerato "l'ultima grande espressione del realismo critico borghese". Il primo - una conferenza pronunciata per celebrare i settant'anni dello scrittore - è una lettura complessiva del "work in progress" manniano. Nel secondo, scritto nel 1948, Lukács interpreta il Doctor Faustus, come "la tragedia tipica dell'arte e della spiritualità borghese moderna", e come il percorso esemplare di un intellettuale tedesco negli anni che precedono l'avvento del nazismo. Il terzo raccoglie i fili del lungo confronto di Lukács con l'opera di Mann.